Sprawdzilam. Zasadniczo kazdy bierze swoje: a ciascuno il suo. Potem pisza, ze nie jest jasne czy w yjatkowych wypadkach sedzia moze zmusic wlasciciela domu do oddania / w celu zamieszkania / drugiej stronie. Byc moze czasem sie to zdarza, ale lepiej na to nie liczyc / szczegolnie wtedy, gdy malzenstwo trwalo krotko /.
http://www.confappi.it/upload/notizie/Separazione%20e%20divorzio.htm
Quando non ci sono figli La regola generale è: a ciascuno il suo. Quando la casa è di proprietà solo di uno dei due, resta sua. Se invece è di entrambi, in comunione o comproprietà, bisognerà spartirsela, innalzando un tramezzo, o venderla dividendosi il ricavato. Se gli ex coniugi non riescono ad intendersi, decide il giudice che farà valutare l'immobile da un esperto e lo metterà all'asta.
Non è invece chiaro se il giudice possa tutelare il coniuge economicamente più debole imponendo all'altro coniuge di cedergli la casa, di cui egli ne era l'unico proprietario (magari decidendo una somma a conguaglio). La giurisprudenza si è infatti più volte contraddetta. In certe sentenze l'assegnazione della casa è valutata come uno dei metodi per favorire il coniuge più sfavorito. In altre si sottolinea che a tutela del coniuge più debole è previsto l'assegno di divorzio e che l'assegnazione resta una misura eccezionale, prevista solo per la tutela della prole. Quest'ultima sembra oggi la scelta imboccata dalla maggioranza dei tribunali.